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giovedì 30 dicembre 2010

Picchiano dipendenti cinesi Fermati due minorenni

Milano, 29 dicembre 2010 - Hanno preso a calci e pugni due cinesi, all’uscita dal ristorante del centro di Milano dove lavorano, per rapinarli ma, costretti a scappare per l’intervento di alcuni colleghi delle due vittime, sono finiti nelle mani dei Carabinieri e fermati per tentata rapina aggravata.

E’ quanto accaduto, la scorsa notte a due minorenni (un ecuadoreno di 17 anni e un ucraino di 16, entrambi regolarmente in Italia e denunciati in passato per rissa) protagonisti di una aggressione, a scopo di rapina, ai danni di due cittadini cinesi, di 34 e 22 anni, dipendenti di un ristorante di via Rovello.

I due minorenni, uno armato di tirapugni, si sono avvicinati, intorno alla mezzanotte, ai due asiatici iniziando a colpirli con calci e pugni. Riparato nel locale, uno dei due cinesi riusciva ad avvertire altri dipendenti del ristorante che, usciti dalla struttura mettevano in fuga gli aggressori poi rintracciati e bloccati da una pattuglia dei Carabinieri, in via Porlezza, grazie alla descrizione fornita dalle vittime e ai due cappellini rossi indossati dai due giovani. I due cinesi, vittime dell’aggressione, sono stati condotti per accertamenti al Policlinico.

San Silvestro, corsa ai botti per trentatremila giovani scatenati


botti illegali
botti illegali
Milano, 30 dicembre 2010 - Sono tretatremila i milanesi che hanno acquistato o intendono acquistare nelle prossime 48 ore fuochi d’artificio e botti per festeggiare il Capodanno. E in fila davanti alle casse delle rivendite ci sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 25 anni. Secondo un’indagine della Camera di commercio, i milanesi che per l’ultimo dell’anno non rinuncerebbero mai ai fuochi valgono il 3 per cento della popolazione e in questa particolare classifica Milano si piazza al terzo posto in Italia, subito dopo Napoli, seconda (sono il 3.4 per cento i napoletani che non farebbero mai a meno dei botti), e Roma, prima (gli irriducibili nella capitale sono il 4.1 per cento della popolazione). Ma in quel 3 per cento ci sono, come detto, soprattutto i ragazzi tra i 18 e i 25 anni. Ben il 50 per cento di loro, alla domanda «A che cosa non rinuncerebbe mai per Capodanno?», ha risposto, senza indugi: «Ai fuochi d’artificio». Una percentuale che scende al 12.5 per cento già nella fascia di età compresa tra i 26 e i 35 anni.

Un dato, quello sulla corsa dei giovani a raudi e mefisto, confermato dai titolari delle rivendite. Non a caso, alcuni di loro hanno scelto di porsi in modo diverso nei confronti dei ragazzi, di indirizzarli verso l’acquisto di prodotti che garantiscono spettacoli pirotecnici e giochi di luce e non verso prodotti quali raudi e magnum che si esauriscono nel botto, nell’eplosione, e sono più difficile da padroneggiare.
«Di anno in anno puntiamo sempre più sul colore — fa sapere Mike, titolare di “Bob Caselli”, storico negozio di fuochi d’artificio in via Cola Montano, aperto a Milano nel 1968 —. Consigliamo ai nostri clienti, giovani compresi, di scegliere le confezioni di spettacoli pirotecnici». Tra i più venduti quest’anno - fanno sapere da Bob Caselli come dal Balloon Store di via Padova - i pacchetti di tre o otto scatole che si accendono con una solo miccia e lanciano fuochi multicolore verso il cielo. «Prodotti sicuri — spiega Thomas Pacher, titolare dei tre negozi della catena Balloon —, che garantiscono spettacoli piacevoli: noi ne stiamo vendendo in buona quantità e, insieme ai genitori, cerchiamo di avvicinare i ragazzi a questo tipo di fuochi. In generale, comunque, i clienti sono sempre più orientati verso prodotti made in Italy». Altra novità, fortunata e a bassissimo rischio, del Capodanno 2010 sono le «lanterne dei desideri». Si tratta di lanterne fatte da carta ignifuga con, sotto, un cartoncino infiammabile. Una volta accesa la miccia, la lanterna si alza verso il cielo, raggiungendo altezze notevoli prima di ricadere al suolo. Un gioco che costa poco: appena 6.99 euro.

Nonostante il terzo posto conquistato dai milanesi nella classifica degli irriducibili dei fuochi, i titolari dei negozi lamentano un calo nelle vendite. Premesso che «ogni anno, il grosso delle vendite si registra nelle giornate del 30 e del 31 — spiega Mike —, l’incasso per ora è calato del 10 per cento rispetto al 2009». In controtendenza, invece, Pacher: «Rispetto all’anno scorso siamo sopra del 30 per cento».

Ritrovato giovane scomparso a Pescara, si era recato a Milano

Lo cercavano a Pescara, con ricerche anche nel porto canale – vicino al quale avevano trovato la sua automobile – mentre era andato a Milano il giovane pescarese del quale non si avevano più notizie da martedì scorso. Marco Fedele, 33 anni, prima di scomparire, sulla sua pagina di Facebook aveva scritto: “Decisione drammatica…mi manchi”. Ancora prima aveva pubblicato dei post che fanno pensare a una delusione d’amore. Questa mattina, mentre stavano riprendendo le ricerche, il giovane ha telefonato al padre dicendo di star bene e di avere raggiunto il capoluogo lombardo, secondo quanto riporta il sito pagineabruzzo.it. Non si conoscono i motivi della fuga. Le ricerche erano state sospese ieri sera a causa dell’oscurità. La famiglia è molto conosciuta a Pescara sia per l’attività imprenditoriale (industria di lavorazione carni) sia per quella sportiva. Il padre del giovane, assieme ad altri fratelli, aveva hanno gestito il Pescara calcio, conquistando persino la serie A.

Ragazza trovata morta nel Bergamasco

BERGAMO, 30 DIC - Il corpo senza vita di una giovane donna extracomunitaria e' stato trovato lungo le sponde del fiume Serio a Ghisalba, in provincia di Bergamo. Si tratterebbe di una ragazza indiana di 22 anni, di cui i familiari avevano denunciato la scomparsa. Ancora non si conoscono le cause della morte, sulla quale stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Treviglio (Bergamo).

Cosenza, inchiesta su morte neonato

Malasanità, durante un parto cesareo

La Procura della Repubblica di Cosenza ha aperto un'inchiesta sulla morte di un neonato avvenuta mercoledì sera in una clinica privata di Cosenza, durante un parto cesareo. Il caso è stato denunciato dai genitori alla polizia, che ha sequestrato le cartelle cliniche e altro materiale sanitario legati all'episodio su disposizione della Procura della Repubblica.
Nominata commissione di espertiAnche l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha immediatamente costituito una commissione di esperti sanitari con il compito di ricostruire i fatti e accertare eventuali responsabilità.

Inviati i Nas
Intanto, Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ha chiesto ai carabinieri del Nas della Commissione di avviare una istruttoria per far luce su quanto accaduto. "Ci interessa, in particolare - afferma Marino - approfondire le condizioni in cui opera questa clinica. La Commissione vorrebbe sapere quanti parti l'anno vengono assistiti e qual è la percentuale dei cesarei: sono dati importanti per comprendere se la struttura opera nelle condizioni di sicurezza indicate dal ministero della Salute". "E' necessario - sottolinea Marino - chiudere le strutture dove avvengono meno di 500 parti l'anno, perché l'esperienza internazionale dimostra che possono essere pericolose, per la mamma e il bimbo, soprattutto in condizioni di emergenza".
Solo 24 ore prima la morte di una bimba di un meseL'episodio avvviene a sole 24 ore dal decesso d'una bambina di appena 28 giorni, in casa dopo diversi ricoveri in ospedale. Nata prematura nel nosocomio di Cetraro da una diciottenne romena, era stata in cura per tre settimane nell'ospedale di Cosenza da cui era stata poi dimessa. Nei giorni successivi la mamma, secondo quanto riscostruito dalla Procura di Paola, che ha aperto un'inchiesta sul caso, per scupolo l'aveva portata in ospedale per un ulteriore controllo, ma era stata mandata a casa e tranquillizzata. Poche ore dopo, invece, la piccola è spirata nella sua culla.

La Spezia, ucciso consigliere comunale Delitto passionale, l'assassino confessa

La Spezia, l'omicida ha confessato

Vittima aveva relazione con la sua ex

Antonio Silvestro ha confessato di aver ucciso il consigliere comunale di Castelnuovo Magra (La Spezia)Andrea Giacomelli. L'assassino, 40 anni, incensurato, ex marito della donna che aveva una relazione con la vittima, ha ammesso le sua responsabilità davanti ai carabinieri, che lo hanno interrogato nella caserma di Casoria (Napoli).
Giacomelli è stato ucciso in strada, sotto casa sua, nel centro storico di Castelnuovo. L'assassino prima gli hatagliato le gomme dell'auto, poi lo ha chiamato e gli ha sparato con una calibro 7,65. E' stato subito chiaro che Giacomelli conosceva il killer, e gli inquirenti hanno subito intuito che l'uomo era stato ucciso per motivi passionalie non legati alla sua attività politica. Dopo l'omicidio, era subito scattata la caccia all'uomo. Giacomelli è stato ucciso con sette colpi di pistola che lo hanno centrato al torace e alla testa.

Consigliere comunale e titolare di un bar
Andrea Giacomelli era stato eletto nelle file di Sinistra e Libertà. La sparatoria è avvenuta poco prima dell'alba vicino al centro storico del paese spezzino. Giacomelli era titolare di un bar all'interno del centro commerciale di Castelnuovo Magra. Era stato eletto il 7 giugno 2009 e nominato due giorni dopo, nell'ambito della maggioranza coordinata dal sindaco Marzio Favini.

I responsabili di "Sinistra ecologia e libertà" avevano indicato nell'aprile di un anno fa Giacomelli come candidato, in quanto già consigliere comunale uscente con delega alle politiche giovanili, membro del direttivo della Pubblica Assistenza di Castelnuovo e del vicino centro di Ortonovo. In questa giunta il consigliere si occupava con delega, delle problematiche sportive. "Anche oggi il mio cuore arde, perché ho lo spirito di un leone e combatto per la gente, per la legge, e per me stesso": con queste parole Giacomelli si era presentato sul suo profilo di Facebook.

Gli amici: era stato minacciato
"Andrea era stato minacciato dall'ex di una donna che stava frequentando. Ma lui era fatto così. Non ci aveva dato peso. Era un ragazzo brillante, uno di quelli che si appassionano, e che colpiscono", raccontano gli amici che lo conoscevano fin da ragazzo, e che spiegano come non fosse la prima volta che il suo fascino gli procurava qualche forma di "invidia e di ritorsione". Al "Bar Jolly", al centro commerciale "La Miniera" di Castelnuovo Magra, Giacomelli era una "celebrità", una persona che sapeva parlare, e affascinava un po' tutti. Quando aveva ricevuto minacce, però, nessuno aveva pensato che fossero fondate. Invece ora è proprio sulla pista passionale che si stanno muovendo i carabinieri, che hanno già nome e cognome dell'uomo - italiano, di una regione del sud - che ritengono abbia agito per gelosia, imputando alla vittima la "colpa" di avergli portato via una donna.

mercoledì 29 dicembre 2010

Luigi Silico muore cadendo da 5 metri

Luigi Silico, di 49 anni, salernitano ma da anni residente a Olbia, era intento a pitturare la facciata dell'edificio muore cadendo da 5 metri


Olbia 27 Dicembre 2010.Un operaio, che era intento a tinteggiare l'esterno di una villa di Olbia, è morto sul colpo cadendo da una impalcatura da un'altezza di circa cinque metri. Sul luogo sono intervenuti il personale del 118, che hasolo potuto constatarne il decesso, gli agenti della Polizia di Stato e il Servizioprevenzione ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl, che hanno avviato separate inchieste sull'incidente. Il fatto è avvenuto poco dopo le 13:30 in un cantiere situato vicino alla centrale via Aldo Moro, dove Luigi Silico, di 49 anni, salernitano ma da anni residente a Olbia, era intento a pitturare la facciata dell'edificio. Per cause ancora in via di accertamento, l'uomo ha perso l'equilibrio precipitando al suolo. Il trauma cranico lo ha portato velocemente alla morte. 

Sequestro laboratorio per mefredone

TREVISO, 29 DIC - La polizia di Treviso sequestra un laboratorio per la preparazione del mefredone, una nuova droga che provoca gravi conseguenze psicofisiche. Nella stessa operazione sono scattati arresti e perquisizioni. Le indagini erano partite mesi fa, con l'arresto di una decina di giovani appena maggiorenni, ed avevano portato all'inizio di dicembre ad altri arresti e sequestri. Infine, la polizia ha localizzato e sequestrato la notte scorsa l'appartamento dove il mefredone veniva preparato.

Genova, rubavano nei bagagli all'aeroporto: cinque arresti

Genova, 28 dicembre 2010 -  Tastavano le valigie dei passeggeri in partenza o in arrivo all'aeroporto Cristoforo Colombo e, se intuivano la presenza di oggetti di valore, li rubavano. Per questo cinque dipendenti della Cooperativa Burlando, che gestisce lo smistamento dei bagagli nello scalo del capoluogo ligure, sono stati arrestati dalla polizia di frontiera con l'accusa di furto aggravato e continuato in concorso nell'ambito dell'operazione denominata 'Mani di fata'.
A finire in manette, quattro genovesi di età compresa tra i 28 e i 59 anni e un 50enne originario di Seminara, in provincia di Reggio Calabria. Per due dei cinque arrestati è stata disposta la misura cautelare in carcere, per gli altri sono stati ordinati gli arresti domiciliari.
Ad incastrarli, le prove raccolte dagli investigatori che per diversi mesi li hanno tenuti sotto osservazione e la settimana scorsa, durante una perquisizione all'interno delle loro abitazioni, hanno rinvenuto e sequestrato parte della refurtiva.I cinque, addetti all'area smistamento bagagli da stiva, si occupavano della separazione per destinazione dei bagagli per aerei con destinazioni sia nazionali sia internazionali.

Uccide moglie durante gioco erotico


Usa, incidente con pistola carica

Un uomo ha ucciso la moglie con un colpo di pistola alla tempia durante un gioco sessuale. Arthur Sedille, 23 anni, ha raccontato agli agenti di aver già fatto quel gioco altre volte e di non sapere che in quel caso la pistola era carica. Subito dopo aver sparato, Sedille ha chiamato la polizia della Contea Canadian (Oklahoma). E' stato arrestato con l'accusa di omicidio non intenzionale.
Uccide moglie durante gioco erotico
In passato, ha spiegato l'uomo, lui e la moglie avevano recitato la scena dell'omicidio come eccitante gioco sessuale, senza incidenti. Subito dopo aver sparato il colpo fatale in camera da letto, ha chiamato la polizia e i soccorsi. Inutili le cure prestate alla donna.

Scomparso imprenditore antiracket


Bari, viveva da tempo sotto protezione

Continuano a Bari le indagini sulla scomparsa di Francesco Dipalo, imprenditore antiracket di Altamura che nel giorno di Natale si è allontanato dal luogo dove vive sotto protezione e da allora non ha più dato notizie di sé.Alle ricerche, dopo la denuncia della moglie, sta lavorando il reparto investigativo dei Carabinieri di Bari in collaborazione con i militari della località protetta in cui Dipalo vive con la famiglia.
Tutta la famiglia di Dipalo, moglie figlio, è  entrata nel programma di protezione dei testimoni. L'allarme sulla scomparsa dell'imprenditore è stato dato proprio dalla donna, secondo la quale il marito Francesco è depresso perché si sente abbandonato dalle istituzioni. L'imprenditore altamurano fece parlare parecchio di sé esattamente due anni fa quando, dopo aver denunciato di essere stato messo alle corde dagli estorsori e di aver pagato il pizzo per alcuni anni, si allontanò da casa perché non si sentiva adeguatamente protetto.
Dopo essere stato cercato intensamente si rifece vivo cinque giorni dopo, il 18 dicembre 2008: spiegò di sentirsi vittima ''non solo del racket delle estorsioni'' ma anche di ''un sistema che non tutela chi denuncia i propri aguzzini''. Dopo aver denunciato i suoi estorsori, infatti, aveva dovuto subire - lui e i suoi famigliari - aggressioni in varie circostanze, sia nella sua azienda sia sotto casa. Anche in questa circostanza l'uomo - secondo quanto ritengono sia i suoi familiari sia gli investigatori - dovrebbe essersi allontanato volontariamente.

Prostituzione, arrestato sacerdote

Oristano, accusato anche di stupro

Don Giovanni Usai, sacerdote di Assolo, nell'Oristanese, fondatore e responsabile della Comunità Il Samaritano per il recupero dei detenuti, è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Oristano con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale. Assieme al prelato di 67 anni, una vita spesa per gli emarginati e i detenuti, è stato arrestato un ospite della comunità.
Nella comunità guidata da don Usai era stata organizzata una vera e propria casa di appuntamenti. Il sacerdote sapeva tutto ma non avrebbe fatto niente per mettere fine allo scandalo. Questa, secondo le prime indiscrezioni, la sostanza dell'accusa di favoreggiamento della prostituzione per la quale i carabinieri di Oristano lo hanno arrestato.

Alcune nigeriane accusano don Giovanni
Sono arrivate anche le accuse di alcune donne che si prostituivano all'interno della comunità. Erano cinque, o forse sei, tutte nigeriane, di età compresa fra i 20 e i 30 anni, come hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano.

A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della sua comunità e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Non è chiaro però se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze.

Certo è, come hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della comunità era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve adesso rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, pure lei nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione.

L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della comunità che però è sfuggito all'arresto e ora è ricercato.

Il vescovo di Oristano: fiducia nella giustizia
Dispiaciuto e sorpreso per quanto accaduto, comunque vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della Giustizia. Questo il messaggio dell'arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, arrivato via Internet dalla Germania sulla vicenda Una nota pubblicata sul sito della diocesi spiega che monsignor Sanna, in ritiro nella comunità di Schoenstatt, ha appreso la notizia dell'arresto direttamente dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Palma. Monsignor Sanna, prosegue la nota, "anzitutto assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarietà e paternità al sacerdote don Giovanni e invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo". Il vescovo esprime anche "il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all'interno della comunità diocesana, sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunità. Il presule si dice inoltre sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo e, infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perché si possa accertare nel più breve tempo possibile la verità sull'intera vicenda". Monsignor Sanna rientrerà a Oristano il 30 dicembre e spera di avere la possibilità di incontrare don Giovanni già venerdì 31. Nel frattempo ha già convocato il Collegio dei Consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la comunità e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.

Isernia, ritrovato lo scout 16enne

Isernia, ritrovato lo scout 16enne

Sta bene, in ospedale per accertamenti

E' stato ritrovato infreddolito ma è in buone condizioni lo scout sedicenne di Foggia smarritosi nei boschi dell'Alto Molise, tra Carovilli e Vastogirardi (Isernia), dove si trovava per un'esercitazione con altri scout. Lo ha notato, lungo il ciglio della strada, in una zona diversa da quella in cui lo stavano cercando i soccorritori, una dottoressa dell'ospedale di Agnone, che stava andando al lavoro. La donna gli ha subito prestato i primi soccorsi.
Isernia, disperso boy scout 16enne
Nonostante abbia trascorso la notte all'addiaccio, il giovane scout è in buone condizioni anche se, per precauzione, è stato ricoverato per accertamenti all'ospedale di Agnone.

Le ricerca erano cominciate intorno alle 16 di martedì e sono andate avanti tutta la notte nonostante il buio e le temperature scese di 10 gradi sotto lo zero.

Il 16enne era arrivato in Molise con il Gruppo 1 Boy Scout Foggia, costituito da 50 elementi, del quale era il capo scout. Come previsto dall'attività, martedì si era allontanato dal gruppo per raggiungere una precisa posizione che gli consentiva di raggiungere gli altri scout in dieci minuti di cammino. Al termine dell'esercitazione il 16enne non era tornato al campo base seguendo una strada segnata e pochi minuti dopo era stato dato l'allarme.

Natale di sangue sulle strade undici morti in diversi incidenti



Il più grave, un frontale in Trentino, costato la vita a un 17enne e sette feriti. Frontale anche in Abruzzo: morta una coppia e ferite due persone. In Toscana un cameriere finisce contro un muro tornando a casa dopo il lavoro. Nel torinese, un albero caduto di traverso uccide un automobilista. A Roma, due uomini si schiantano contro un guard-rail, mentre due anziani muoiono dopo essere stati investiti

ROMA - Mentre è tutt'ora in condizioni molto gravi la donna di origini marocchine investita a Mantova il giorno della vigilia mentre spingeva il passeggino col suo figlioletto, il giorno di Natale fa registrare numerosi incidenti mortali sulle strade italiane.

Il più grave è avvenuto poco prima di mezzanotte sulla strada statale che porta da Mezzolombardo a San Michele, in Trentino. Nello scontro frontale tra due auto un ragazzo di 17 anni, M.M., è morto e altri sette sono rimasti feriti, tra cui due giovani in gravi condizioni. A bordo di un'auto viaggiavano sei ragazzi di Lavis, età tra 16 e 18 anni, nell'altra una coppia di giovani turisti tedeschi. Lo scontro è avvenuto nella località di Grumo. La vittima era seduta accanto al conducente, un 18enne ricoverato in prognosi riservata. Ferito in modo grave anche un altro ragazzo di 16 anni. Tutte le alte persone coinvolte nello schianto hanno riportato ferite meno gravi.

Altro frontale in Abruzzo, dove due persone sono morte e altre due sono rimaste ferite poco dopo le 17 di ieri all'interno della galleria S.Silvestro della variante sud della ss 16 'Adriatica', nel territorio comunale di Francavilla al Mare (Chieti). Morta una coppia di coniugi di Francavilla, F.C., di 72 anni, e la moglie, A.M.L, di 78 anni. I feriti - un romeno in gravi condizioni e una bambina di undici anni - sono stati trasportati all'ospedale di Pescara. Un'altra auto e un furgoncino non sono riusciti a evitare i due veicoli nell'immediatezza dell'urto.

Più o meno alla stessa ora, si registravano altri due morti sulle autostrade Milano-Como (A-9) e sull'Autolaghi (A-8). Il primo a seguito di un tamponamento fra due auto nel territorio di Origgio, nel Comasco. Il secondo, poco dopo, in un incidente che ha coinvolto tre veicoli all'altezza di Besnate, nel Varesotto.

Nella mattinata di ieri un'auto si è schiantata contro il guard Rail a Settebagni, alla periferia di Roma: due persone, un italiano e uno straniero, sono morte. L'auto è uscita fuoristrada è si è schiantata violentemente contro il guard rail. Sempre nella Capitale, durante la notte un anziano di 79 anni è stato investito da un'auto mentre attraversava la strada in via di Casetta Mattei, nel quartiere Portuense. L'investitore si è fermato e ha chiamato i soccorsi, ma l'anziano è poi deceduto in ospedale. Con le stesse modalità era stato ucciso un altro anziano nel pomeriggio della vigilia, a Casal del Marmo.

Un colpo di sonno è invece stato fatale ad Alessandro Domenici, il cameriere 42enne schiantatosi contro un muro intorno alle 3.30 del 25 dicembre in località Malmantile, nel comune di Lastra a Signa. L'uomo stava tornando a casa dopo una notte di lavoro quando è andato dritto a una semicurva finendo contro il muro. Sull'asfalto nessun segno di frenata. L'uomo è morto sul colpo. Lascia la moglie e un figlio di pochi mesi.

Morto sul colpo anche Giuseppe Marco Perera, 39 anni, di Torino. Intorno all'una di notte si è spezzato l'osso del collo dopo essere finito contro un albero caduto di traverso sulla provinciale 23, a Rocca Canavese, a causa del maltempo. Non è chiaro se l'albero sia caduto pochi istanti prima oppure se si trovasse già sul posto

Strage nel Vibonese, 5 morti ucciso padre con i quattro figli



Un uomo si costituisce dai carabinieri: "Sono stato io". Una lite intorno a una proprietà terriera, hanno sparato almeno in due. C'è un testimone. I Fontana erano stati in carcere per coltivazione di canapa indiana ed estorsione


VIBO VALENTIA -
 Cinque persone sono state uccise in un agguato nel Vibonese. Sono Domenico Fontana 71 anni, e i suoi quattro figli - Pasquale 37 anni, Pietro 36, Emilio 32, Giovanni 19 - , alcuni con precedenti penali. La strage è avvenuta nella loro masseria: hanno sparato forse in due, e hanno usato diverse armi da fuoco. Non erano sul posto la madre e la sorella dei quattro uomini uccisi. Il fatto è avvenuto intorno alle ore 17 a Scaliti, una frazione di Filandari. Sul luogo i carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Vibo. La strage ricorda sinistramente quella di Ferragosto 2007 a Duisburg 1: sei calabresi di San Luca furono ammazzati da esponenti della cosca rivale, ormai tutti in carcere. Ma in questo caso, la criminalità organizzata non c'entra nulla, anche se la famiglia era conosciuta agli inquirenti e aveva avuto molte vicissitudini giudiziarie.

In serata, si è infatti costituito uno dei presunti autori della strage: Ercole Vangeli, 42 anni: "Sono stato io" ha detto. Vangeli è il proprietario di una masseria confinante con quella dei Fontana. All'origine della strage, una lite per la proprietà di terreni e pascoli. Si è assunto tutta la responsabilità, ma gli inquirenti sono convinti che non ha agito da solo, visto che i Fontana sono stati uccisi in luoghi diversi, e con due pistole, una calibro 9 e una 7,65.

Tre delle vittime - Domenico Fontana ed i figli Emilio e Pasquale - erano stati arrestati nel luglio del 1998 con l'accusa di avere gestito una coltivazione di canapa indiana composta da circa duemila piante. I Fontana hanno precedenti anche per estorsione.

Vangeli viene definito dai conoscenti come una persona "tranquilla e perbene".  Titolare di una ditta di serramenti situata sulla strada provinciale per Tropea, Vangeli ha una figlia che si è iscritta quest'anno all'università di Cosenza alla facoltà di Giurisprudenza ed un figlio più piccolo. Anche stamani -secondo i vicini -  l'uomo parlava dei problemi che le famiglie affrontano quando hanno i figli all'università e manifestava attaccamento sia alla famiglia che al lavoro.

E' stata la madre a ritrovare i corpi, forse dopo una telefonata. Ha cercato di rianimare uno dei quattro figli, Emilio, che però è morto durante il trasporto in ospedale.

C'è un testimone, un inserviente romeno, che non è stato visto dai killer, e che sta collaborando. Le armi usate sono state già ritrovate in un casolare vicino.

I precedenti. Il Vibonese, un tempo più impermeabile a certi fenomeni, è invece stato al centro negli ultimi tempi di numerosi fatti di delinquenza. E' la provincia calabrese dove ci sono state più vittime nell'anno.

E Filandari non è certo un posto tranquillo. Il 20 dicembre un ordigno è stato collocato davanti all' autosalone di Giuseppe Maccarrone, che si era rifiutato di pagare il pizzo. "Mollo tutto - aveva poi detto Maccarrone - non ha senso continuare a fare l'eroe".

Il giorno dopo, persone non identificate hanno danneggiato l'automobile dell'ex sindaco di Filandari, Domenico Talotta, cospargendola di acido muriatico. Il fatto era accaduto nella frazione Arzona del centro del vibonese dove Talotta, avvocato e attuale consigliere di minoranza, stava partecipando ad un funerale.

Molise, smarrito scout di 16 anni A decine impegnati nelle ricerche



Forze dell'ordine e volontari setacciano i sentieri tra Carovilli e Vastogirardi, dove è scomparso il ragazzo proveniente da Foggia

ISERNIA - Uno scout 16enne di Foggia si è smarrito tra i sentieri dell'Alto Molise, tra Carovilli e Vastogirardi, in provincia di Isernia. Il ragazzo era arrivato con un gruppo scout in mattinata per un'esercitazione e all'ora fissata per il ritorno non ha risposto all'appello.

Sono oltre 50 gli uomini impegnati nelle ricerche, tra forestali, soccorso alpino e speleologico, i carabinieri e i volontari della Protezione Civile, a cui in serata si sono unite le unità cinofile della Finanza provenienti da Roccaraso (L'Aquila). Stanno fornendo la loro collaborazione persone del posto che conoscono la zona attraversata da un corso d'acqua. Sul posto sarebbe è arrivato anche il padre del ragazzo, di cui non sono state comunicate le generalità.

Nella notte, la temperatura della zona è scesa sotto lo zero, ma gli amici del 16enne assicurano che è ben equipaggiato per resistere al freddo.
(28 dicembre 2010)

Rai, la Ferrario reintegrata alla conduzione del Tg1: "Fu discriminazione politica"

Roma, 29 dic. - (Adnkronos) - La giornalista Tiziana Ferrario tornera' a condurre il Tg1 delle ore 20. Lo ha deciso il giudice Maria Gabriella Marrocco accogliendo il ricorso in via di urgenza che la giornalista, assistita dagli avvocati Domenico e Giovanni Nicola D'Amati, aveva presentato in seguito alla decisione presa dal direttore del Tg1 di toglierla dalla conduzione.

Motivando la decisione con la quale Tiziana Ferrario era stata sospesa dalla conduzione il giudice sottolinea che nei confronti della giornalista e' stata adottata "una grave lesione della sua professionalita' per motivi di discriminazione politica a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini".
"Da parte mia c'e' grande soddisfazione perche' e' stata riconosciuta un'ingiustizia professionale'' ha detto la giornalista all'ADNKRONOS. "Voglio condividere questa soddisfazione -continua la giornalista- con gli altri colleghi che si trovano nella stessa situazione, i primi che ho chiamato appena ho avuto questa notizia''.
"Mi fa piacere -conclude- che sia stato affermato un principio fondamentale: la legge non da' il diritto a nessun direttore di emarginare i colleghi che non sono d'accordo con lui e che tutti devono concorre alla buona riuscita di un telegiornale, soprattutto se si tratta del servizio pubblico''.


Due petardi contro la sede della Lega Nord Maroni: "Episodio da non sottovalutare"

Milano, 29 dic. (Adnkronos) - Due petardi sono esplosi questa notte davanti alla sede della Lega Nord di Gemonio, nel Varesotto. I due ordigni, spiega la Questura di Varese, hanno causato "lievi danni" alla vetrata della sede stessa.

"Stamani alle tre circa a Gemonio (Varese), in via Marsala presso la sede del partito della Lega Nord - si legge in un comunicato - degli sconosciuti hanno piazzato in prossimita' del portone d'ingresso due petardi, poi esplosi, causando lievi danni alla vetrata della sede".
"I militari della Compagnia dei Carabinieri di Luino - prosegue la Questura - sono intervenuti immediatamente, riscontrando all'esterno della sede, a poche centinaia di metri dall'abitazione" del ministro per le Riforme "Umberto Bossi, evidenti tracce della deflagrazione dei due petardi, nonche' sul muro esterno dell'edificio la scritta di colore nero, realizzata con vernice spray, 'Antifa'".
"Le indagini da parte dell'Arma - conclude la Questura varesina - sono coadiuvate da personale della Digos della Questura di Varese. Sono attualmente in atto gli accertamenti di rito. Il questore di Varese, Marcello Cardona ha provveduto ad intensificare i controlli ed i servizi di vigilanza a tutte le sedi istituzionali".
Non e' la prima volta che Gemonio, un paese di circa 2.800 abitanti tra i cui cittadini celebri, oltre a Bossi, figura anche l'attore Renato Pozzetto, che vi trascorse l'adolescenza, e Matteo Contini, difensore classe 1980 che milita nel Real Zaragoza, vede atti di vandalismo o attentati contro obiettivi leghisti.
La notte tra il 2 e il 3 dicembre del 2006 ignoti dettero fuoco allo zerbino di casa Bossi. L'incendio fu di modesta entita'. Il leader della Lega non era in casa. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio del 2007, ricorda il sito di informazione locale Varesenews.it, ignoti tentarono di incendiare il portone della sede della Lega di Gemonio, tra via Marsala e via Jemoli. Il tentativo falli': gli aspiranti piromani avevano utilizzato uno straccio imbevuto di liquido infiammabile.
All'alba di domenica 4 gennaio del 2009, ricorda sempre Varesenews.it, si verifico' un episodio simile.Ignoti appiccarono il fuoco allo stesso portone, sempre utilizzando uno straccio imbevuto di liquido infiammabile. Il portone prese fuoco in parte, rimanendo annerito dalle fiamme. Su un muro in via Verbano, nei pressi della casa del leader leghista, apparve una scritta minacciosa ("A morte Bossi + secessionisti").
"Noi della Lega siamo abituati da sempre ad attacchi di questo tipo, fatti da intolleranti che agiscono vigliaccamente e nell'anomitato", ha commentato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che aggiunge: "E' accaduto altre volte in passato che sedi del nostro partito siano state oggetto di violenza, ma non ci siamo mai fatti intimidire e la stesso accadra' questa volta. Naturalmente sono episodi da non sottovalutare. Non posso dire nulla ovviamente sulle attivita' investigative -conclude Maroni- che sono in corso e seguono piste precise".
Per Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera della Lega, "purtroppo la mamma degli stupidi e' sempre incinta. Questo episodio comunque non fara' cambiare di una virgola il modo di agire della Lega nordne' a livello locale, ne' a livello nazionale".

martedì 28 dicembre 2010

Rubata auto con bimbo a bordo

Rubata auto con bimbo a bordo

Piccolo scaricato poco dopo in un'area di servizio

28 dicembre, 13:19
Rubata auto con bimbo a bordo(ANSA) - MILANO, 28 DIC - Un ladro non ha esitato a rubare un'auto con un bambino a bordo di 3 anni, ma poi lo ha subito scaricato per strada. L'uomo e' rimasto ignoto, ma uno straniero, alla guida della stessa vettura, ieri e' stato bloccato a Milano e denunciato, per ora,solo per ricettazione.

E' accaduto ieri in un'area di servizio della Milano-Genova, all'altezza di Casei Gerola (Pavia).Il bimbo, che dormiva nel seggiolino montato sui sedili posteriori, e' stato poi scaricato nell'area di servizio successiva.

Ucciso 22enne nel Napoletano

Ucciso 22enne nel Napoletano

Licola, accoltellato per futili motivi

A Licola, in provincia di Napoli, il 29enne Giovanni Riccio litigava con la moglie nel viale dove abita quando è sopraggiunto Antonio Chiaro, 22 anni, con la fidanzata. I due, per motivi ancora da chiarire, rimangono fermi davanti a casa del 29enne che si innervosisce. Da una discussione nasce un litigio serio e Riccio colpisce con una coltellata al torace Chiaro, che viene ricoverato in ospedale ma muore per le ferite riportate.
Ucciso 22enne nel Napoletano
Riccio, già noto alle forze dell'ordine, ora deve rispondere di omicidio aggravato e per porto abusivo di arma bianca. Dopo aver ucciso il suo vicino di casa, si barrica nella sua abitazione, ancora sporco di sangue. E' lì che i carabinieri lo trovano. Quando lo trasferiscono in caserma, lo difendono da un linciaggio da parte dei parenti e amici della vittima.

Riccio stava litigando animatamente con la moglie e, secondo quanto ricostruito dai militari, avrebbe chiesto più volte alla coppia di allontanarsi. E' stato allora che è scoppiata la lite tra i due uomini.

Sanremo, disabile muore in carcere: era invalido e affetto da ritardo mentale

Sanremo, 28 dic. (Adnkronos) - Un disabile grave di 27 anni è morto nel carcere di Sanremo dove era detenuto in seguito a un arresto cardiaco. Lo rende noto l'Osservatorio Permanente sulle morti in carcere. "Fernando Paniccia avrebbe terminato di scontare la pena il 31 dicembre del 2011. Invalido al 100%,affetto da ritardo mentale, epilettico e semiparalizzato, - sottolinea l'Osservatorio - pesava 186 chili. Era entrato in carcere per la prima volta a 19 anni, per il furto di 3 palloni di cuoio in una palestra, e da allora era stato più volte arrestato per piccoli reati di cui probabilmente non era nemmeno consapevole, poiché la sua capacità di comprensione era quella di un bambino di tre anni".

Le condizioni di salute di Paniccia erano critiche da tempo a causa dell'obesità. Fernando pesava 186 kg e nonostante l'interessamento dei sanitari non era riuscito a dimagrire. Il giorno di Natale aveva accusato un malore. Ieri mattina il suo compagno di cella lo ha chiamato, ma inutilmente. Il sostituto procuratore Antonella Politi ha disposto che venga effettuata l'autopsia. Paniccia avrebbe terminato di scontare la pena il 31 dicembre del 2011. "Sono 500 i disabili gravi nelle carceri italiane - denuncia l'Osservatorio - per loro il 'diritto alla salute' è solo sulla carta. Salgono così a 171 i detenuti morti nel 2010, di cui 65 per suicidio".
Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, propone come ''prima soluzione al pesante sovraffollamento penitenziario'' la definizione di ''circuiti penitenziari differenziati e, in questo contesto, la costruzione dicarceri per così dire 'leggere' per i detenuti in attesa di giudizio o con gravi disabilità".