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martedì 1 marzo 2011

Armi vere anzichè sceniche per fiction tv

Le armi sequestrate
Al posto delle armi sceniche c'erano armi comuni da sparo ed armi da guerra perfettamente funzionanti. Sono quattro i titolari di una società che gestiva e noleggiava per usi cinematografici armi apparentemente e formalmente innocue e caricate a salve. A scoprire la «fiction» sono stati gli agenti della Polizia Amministrativa della Questura di Roma, nell'ambito di una rete di controlli periodicamente effettuati nell'ambito del territorio della provincia. I quattro depositi, ubicati tra Roma, Pomezia e Monte Porzio Catone, contenevano complessivamente 47 armi, tra cui 7 da guerra. Tra le armi da sparo sequestrate nel corso dei controlli gli agenti hanno anche riscontrato la presenza di armi del tipo di quelle in uso alle Forze di polizia, ed ancora del tipo «ex ordinanza». Per queste ultime, si tratta cioè di armi in passato dotazione delle Forze dell'ordine, e non più in uso. Complessivamente, tra le armi comuni da sparo sono state sequestrati 5 revolver, 22 pistole semiautomatiche, 9 fucili e 3 carabine. Altre 3 pistole semiautomatiche e 4 fucili mitragliatori figurano invece tra quelle classificate come armi da guerra. I 4, tutti romani, e di età compresa tra i 39 ed i 54 anni, sono stati arrestati con l'accusa di detenzione illegale di armi comuni da sparo nonché di detenzione di armi da guerra, di per sé vietata. I locali adibiti a deposito sono stati invece sottoposti a sequestro penale.

USATE IN 'ROMANZO CRIMINALE' E 'ISPETTORE COLIANDRO' Hanno «armato» i più noti film e fiction poliziesche italiane le quattro società di noleggio di armi per uso cinematografico chiuse dalla Divisione amministrativa della questura di Roma al termine di un'operazione che ha portato all'arresto di 4 titolari e alla denuncia di un quinto. Da «Romanzo criminale 2» a «L'ispettore Coliandro» fino a film come «Mozzarella Stories» sono state usate armi non regolarmente disattivate e potenzialmente pericolose. Gli agenti diretti da Edoardo Calabria durante una serie di controlli effettuati negli ultimi 15 giorni nelle quattro agenzie, le uniche fornitrici di armi sceniche in Italia, hanno accertato la presenza di pistole e fucili da guerra non disattivate secondo regolare procedura che prevede di forare la canna della pistola e bloccarla con un segmento di acciaio. Con l'operazione il cinema rimane così «disarmato». A finire in manette, con l'accusa di detenzione illegale di armi comuni e da guerra, i titolari di tre delle agenzie controllate: un 41enne G.P., un 34enne E.C., un 54enne B.R e un 40enne R.L.. Il titolare della quarta agenzia é invece denunciato a piede libero. «Sarebbe bastato togliere la brucola dalla canna per farle tornare a funzionare - ha spiegato il dirigente della Divisione amministrativa Edoardo Calabria - c'era un pericolo concreto di avere tragedie sui set come é successo all'estero». La polizia amministrativa della Questura ha chiesto all'autoritá giudiziaria di sottoporre le armi sequestrate a perizia e di inviarle alla polizia scientifica per accertare se siano state usate per commettere reati. «È difficile ricostruire la storia di armi che hanno 70 anni - spiega il dirigente della Divisione amministrativa Edoardo Calabria - alcune delle pistole sequestrate sono state in passato in dotazione delle forze dell'ordine e non più in uso. Proseguiremo le indagini per ricostruire il loro percorso».