FIRENZE - Sarebbe morto folgorato da una scarica da 15 mila volt in un cabina dell'Enel, e non per una caduta accidentale sulla riva dell'Arno, il romeno di 26 anni che ieri era stato accompagnato in fin di vita da tre connazionali al comando della polizia municipale di Rignano sull'Arno (Firenze). Inutile l'intervento del medico del 118 che aveva tentato di rianimarlo. I tre amici del giovane, sentiti subito dai carabinieri, hanno continuato a sostenere la versione della caduta durante un sopralluogo sull'Arno dove oggi volevano andare a pescare. Dopo alcune ore sono stati arrestati con l'accusa di favoreggiamento personale: il ventiseienne sarebbe rimasto folgorato mentre rubava del rame nella cabina. A insospettire subito i carabinieri erano state le ferite sul corpo del romeno, non compatibili con una caduta, e il fatto che non sarebbero state trovate tracce sulla riva dell'Arno dove, secondo i tre, sarebbe successo. I carabinieri hanno quindi effettuato altri controlli nella zona e hanno scoperto la cabina di Enel con la porta forzata e altre tracce all'interno. Per i tre romeni è così scattato l'arresto mentre le indagini, coordinate dal pm Massimo Lastrucci, proseguono per ricostruire la dinamica ma anche il ruolo degli amici del giovane morto.