CUNEO - È morto Pietro Ferrero, torinese, 48 anni, erede del colosso dolciario della nutella. Era in Sudafrica dove si trovava in una missione di lavoro, con il padre Michele e una trentina di dirigenti del gruppo, per progettare la realizzazione di uno stabilimento non lontano da Johannesburg. È stato colpito da un malore mentre andava in bicicletta, sua grande passione. Pietro Ferrero era sposato dal 2003 con Luisa Strumia e aveva tre figli piccoli: Michael, 4 anni, Marie Eder di 3 e John di un anno e mezzo. Laureato in biologia nel 1985 ha subito iniziato a lavorare nella società. Esponente della terza generazione della grande azienda di Alba, era figlio di Michele, che il 26 aprile compie 86 anni e di Maria Franca Fissola, 72 anni. La guidava insieme a Giovanni, il fratello di un anno più giovane, con cui condivideva la carica di amministratore delegato della Ferrero Spa, società italiana del gruppo. Era anche Chief Executive Officer della Ferrero International, holding lussemburghese del gruppo che conta 38 società operative, 18 stabilimenti e oltre 20 mila dipendenti in quattro continenti.
La sua attività inizia nel 1992 con incarichi esterni al gruppo e poi con la responsabilità della gestione operativa nella divisione Europa della Ferrero. È stato consigliere di Mediobanca, di Allianz e di Italcementi, nel Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, nella Giunta di Confindustria e di Assonime, nel Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia. Nel novembre 2002 ha ricevuto dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio Leonardo Qualità Italia 2002. Ad Alba, dove viveva, lo ricordano come un uomo riservato e semplice, amante dello sport, in particolare dello sci e della bicicletta. Amava pedalare per le colline intorno alla città, spesso insieme a dirigenti e dipendenti del gruppo e talvolta partecipava a gare amatoriali. Il nonno Pietro, fondatore del gruppo, era morto anche lui a soli 51 anni, stroncato da un infarto. Immediato è arrivato il cordoglio delle istituzioni politiche piemontesi e degli industriali. «È una perdita gravissima, un manager capace e un uomo di raro spessore - afferma il governatore del Piemonte Roberto Cota - Mi stringo a nome di tutti i piemontesi intorno alla famiglia, simbolo di grande dedizione al lavoro e di grandi valori». Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ricorda Pietro come «un imprenditore di valore e un uomo lungimirante. Non ci sono parole - aggiunge - per esprimere il nostro dolore. Scompare uno tra i più grandi rappresentati del capitalismo italiano. È una perdita grave per tutto il Paese».
BICI LA SUA PASSIONE Ad Alba, dove viveva, lo ricordano come un uomo riservato e semplice, amante dello sport, in particolare dello sci e della bicicletta. Amava pedalare per le colline intorno alla città, spesso insieme a dirigenti e dipendenti del gruppo e talvolta partecipava a gare amatoriali. Il nonno Pietro, fondatore del gruppo, era morto anche lui a soli 51 anni, stroncato da un infarto.
FRATTINI ADDOLORATO «L'improvvisa scomparsa di Pietro Ferrero mi colpisce e mi addolora profondamente»: è il commento del ministro degli Esteri Franco Frattini alle notizie che giungono dal Sudafrica sul drammatico incidente che è costato la vita al Ceo dell'azienda di Alba. «Pietro Ferrero - dichiara il titolare della Farnesina in una nota diffusa dal ministero - era un imprenditore di eccezionale talento, dotato di visione strategica e di profonda sensibilità per l'interesse generale del Paese. Sono certo di interpretare i sentimenti di tutta la Farnesina - prosegue Frattini - nel rivolgere un pensiero commosso a un grande industriale che, continuando con abnegazione e grande spessore professionale la prestigiosa tradizione della sua famiglia, ha saputo dare un contributo di eccezionale rilievo all'affermazione del made in Italy nel mondo». «L'Italia perde - osserva ancora Frattini - un uomo di impresa che ha saputo incarnare le qualità migliori della nostra storia industriale: la continua ricerca dell' eccellenza, la creatività, la determinazione a competere anche in momenti difficili per affermare il proprio marchio fino a renderlo un simbolo». «Per questi motivi - ricorda il titolare della Farnesina - volli riconoscere i meriti del Gruppo Ferrero tributandogli lo scorso anno il Premio Winning Italy». «Desidero far giungere alla famiglia di Pietro Ferrero - conclude il ministro - il mio cordoglio più sincero ed affettuoso».
La sua attività inizia nel 1992 con incarichi esterni al gruppo e poi con la responsabilità della gestione operativa nella divisione Europa della Ferrero. È stato consigliere di Mediobanca, di Allianz e di Italcementi, nel Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, nella Giunta di Confindustria e di Assonime, nel Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia. Nel novembre 2002 ha ricevuto dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio Leonardo Qualità Italia 2002. Ad Alba, dove viveva, lo ricordano come un uomo riservato e semplice, amante dello sport, in particolare dello sci e della bicicletta. Amava pedalare per le colline intorno alla città, spesso insieme a dirigenti e dipendenti del gruppo e talvolta partecipava a gare amatoriali. Il nonno Pietro, fondatore del gruppo, era morto anche lui a soli 51 anni, stroncato da un infarto. Immediato è arrivato il cordoglio delle istituzioni politiche piemontesi e degli industriali. «È una perdita gravissima, un manager capace e un uomo di raro spessore - afferma il governatore del Piemonte Roberto Cota - Mi stringo a nome di tutti i piemontesi intorno alla famiglia, simbolo di grande dedizione al lavoro e di grandi valori». Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ricorda Pietro come «un imprenditore di valore e un uomo lungimirante. Non ci sono parole - aggiunge - per esprimere il nostro dolore. Scompare uno tra i più grandi rappresentati del capitalismo italiano. È una perdita grave per tutto il Paese».
BICI LA SUA PASSIONE Ad Alba, dove viveva, lo ricordano come un uomo riservato e semplice, amante dello sport, in particolare dello sci e della bicicletta. Amava pedalare per le colline intorno alla città, spesso insieme a dirigenti e dipendenti del gruppo e talvolta partecipava a gare amatoriali. Il nonno Pietro, fondatore del gruppo, era morto anche lui a soli 51 anni, stroncato da un infarto.
FRATTINI ADDOLORATO «L'improvvisa scomparsa di Pietro Ferrero mi colpisce e mi addolora profondamente»: è il commento del ministro degli Esteri Franco Frattini alle notizie che giungono dal Sudafrica sul drammatico incidente che è costato la vita al Ceo dell'azienda di Alba. «Pietro Ferrero - dichiara il titolare della Farnesina in una nota diffusa dal ministero - era un imprenditore di eccezionale talento, dotato di visione strategica e di profonda sensibilità per l'interesse generale del Paese. Sono certo di interpretare i sentimenti di tutta la Farnesina - prosegue Frattini - nel rivolgere un pensiero commosso a un grande industriale che, continuando con abnegazione e grande spessore professionale la prestigiosa tradizione della sua famiglia, ha saputo dare un contributo di eccezionale rilievo all'affermazione del made in Italy nel mondo». «L'Italia perde - osserva ancora Frattini - un uomo di impresa che ha saputo incarnare le qualità migliori della nostra storia industriale: la continua ricerca dell' eccellenza, la creatività, la determinazione a competere anche in momenti difficili per affermare il proprio marchio fino a renderlo un simbolo». «Per questi motivi - ricorda il titolare della Farnesina - volli riconoscere i meriti del Gruppo Ferrero tributandogli lo scorso anno il Premio Winning Italy». «Desidero far giungere alla famiglia di Pietro Ferrero - conclude il ministro - il mio cordoglio più sincero ed affettuoso».