Per tentata estorsione alla famiglia
Due persone sono state arrestate per tentata estorsione alla famiglia di Mike Bongiorno. Il fermo dei due italiani è stato disposto dalla Procura di Verbania che indaga sul furto della salma di Mike. I due si sarebbero detti pronti a restituire la bara in cambio di alcune centinaia di migliaia di euro. Le indagini hanno appurato che entrambi non avevano nulla a che fare con il sequestro, ma che hanno cercato di approfittare della situazione.
"E' stata una bavata", hanno tentato di giustificarsi Luigi Spera e Pasquale Cianci, i due pregiudicati milanesi originari del Foggiano che hanno ammesso, durante un interrogatorio durato tutta la notte, di aver telefonato ai familiari del celebre presentatore scomparso chiedendo una somma di denaro. "I due - spiega il loro avvocato d'ufficio, Giuliano Prelli - hanno detto di trovarsi in ristrettezze economiche. E così, dopo aver letto alcuni articoli di giornale, si sono fatti vivi con la famiglia per avere del denaro. Ma loro negano di aver rubato la salma di Mike e negano di far parte di una banda organizzata. Negano qualsiasi coinvolgimento in questo senso".
Della bara del presentatore, trafugata nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scorsi, invece non c'è traccia come pure non si sarebbero mai fatti sentire persone legate al clamoroso furto. "La salma - precisa in una nota il procuratore della Repubblica di Verbania, Giulia Perrotti - non è stata ancora rinvenuta e sono tuttora in corso indagini per identificare gli autori del trafugamento".
Non si tratta tuttavia del primo caso in cui si cerca di approfittare della famiglia Bongiorno. Gli inquirenti starebbero infatti indagando anche su una presunta richiesta di riscatto, rivelatasi poi una messa in scena e arrivata al parroco di Dagnente: sul telefono del sacerdote sarebbero arrivati alcuni sms con le indicazioni per la consegna del denaro e la restituzione della salma.
Della bara del presentatore, trafugata nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scorsi, invece non c'è traccia come pure non si sarebbero mai fatti sentire persone legate al clamoroso furto. "La salma - precisa in una nota il procuratore della Repubblica di Verbania, Giulia Perrotti - non è stata ancora rinvenuta e sono tuttora in corso indagini per identificare gli autori del trafugamento".
Non si tratta tuttavia del primo caso in cui si cerca di approfittare della famiglia Bongiorno. Gli inquirenti starebbero infatti indagando anche su una presunta richiesta di riscatto, rivelatasi poi una messa in scena e arrivata al parroco di Dagnente: sul telefono del sacerdote sarebbero arrivati alcuni sms con le indicazioni per la consegna del denaro e la restituzione della salma.
Ultimo aggiornamento ore 18:18