User-agent: Mediapartners-Google* Disallow: cronaca free: Acque all'arsenico

domenica 26 dicembre 2010

Acque all'arsenico


Acque all'arsenico: Natale senza potabile
e arrivano i «piazzisti» di finti depuratori

Ancora secretato l'elenco dei comuni in cui scatterà lo stato d'emergenza. Analisi private a tutela dei bambini


Acqua avvelenata dai rubinetti di 91 comuni del Lazio (foto Ansa)
Acqua avvelenata dai rubinetti di 91 comuni del Lazio (foto Ansa)
ROMA - Mentre dal Governo si attende l’elenco dei comuni laziali in cui dovrebbe scattare lo stato d’emergenza per l’arsenico nell’acqua potabile (finora secretato) , si moltiplicano le ordinanze di chiusura dei rubinetti firmate dai sindaci di comuni inclusi nelle province di Roma, Latina, Viterbo, Frosinone.
Ai divieti di consumare per usi alimentari le acque pubbliche già in vigore a Cori e Cisterna (nel Pontino), Vitorchiano (nel Viterbese) e Velletri (ai Castelli) si aggiungono i provvedimenti firmati anche a Sermoneta e ad Aprilia.
Anche qui, tra il Frusinate e la provincia di Latina, per Natale l’acqua arriva a scuole e famiglie con le cisterne della Protezione civile. Nel frattempo fioccano le analisi «fai da te» ad opera di comitati cittadini e privati, spesso preoccupati di tutelare, anzitutto, la salute dei bambini. Ma quel che è più grave è che c'è già chi specula sulla paura dei consumatori: in provincia di Latina sono già comparsi i piazzisti di impianti di depurazione dall'efficacia dubbia se non addirittura fasulli.
Centrale di filtraggio di un acquedotto (Newpress)
Centrale di filtraggio di un acquedotto (Newpress)
TUSCIA, «VIETATO» BERE AI MINORI DI 14 - Dalle analisi private emerge che valori oltre i 10 microgrammi per litro tollerati dalla Ue sono stati registrati, in prelievi effettuati il 13 dicembre 2010 dall’associazione «Differenzia-ti», in una decina di località della regione, tra cui Genzano, Lanuvio e Lariano (per i risultati completi vedere il link di Differenzia-ti in alto a destra).
Altri esami di quel che esce dal rubinetto senza però il crisma dell’ufficialità sono quelli effettuati ad Anguillara da un rappresentante dell’Udc, Paolo Alberti, che ha scoperto valori della sostanza tossica «superiori a quelli consentiti dalle deroghe». Nella Tuscia, e precisamente a Tolfa, si apprende che da circa un anno Asl, Comune e Acea hanno indirizzato ai cittadini una specie di manuale con le «istruzioni per l’uso» in cui si legge che «il consumo dell’acqua da bere in distribuzione non è consigliato per i soggetti di età inferiore ai 14 anni». Secondo gli studi medici nazionali, inoltre, gli effetti dell'assunzione di acqua con alte percentuali di arsenico nei bambini da 0 a 3 anni potrebbero includere l'insorgere di forme tumorali.
Un acquedotto pubblico (foto Emblema)
Un acquedotto pubblico (foto Emblema)
VELLETRI, BOTTIGLIE DI MINERALE ALL’ASILO - Sempre a Velletri, è ancora l’Acea ad elencare al sindaco Fausto Servadio le scuole (tra cui alcuni asili) in cui viene data a bimbi e insegnanti l’acqua delle bottiglie perché dai rubinetti escono quantitativi di arsenico superiori anche ai 20 microgrammi. Ma l’allarme riguarda anche il mondo delle imprese.
Dopo che la Flai Cgil del Lazio (settore agroalimentare) ha reso noto che tra i Castelli e Pomezia sono state multate 17 aziende produttrici di cibi che facevano uso di acqua «fuorilegge», anche il sindaco di Aprilia D’Alessio ha esteso la limitazione «alle imprese alimentari».
VITERBO, L’ALLARME DEI MEDICI DI FAMIGLIA -Preoccupazioni arrivano pure dalla Fimmg (associazione dei medici di famiglia) di Viterbo - la provincia dove l’ emergenza è maggiore, tanto da riguardare una quarantina di città - il cui segretario Luciano Sordini sollecita «il rispetto della decisione Ue» che il 28 novembre ha bocciato la richiesta di deroga ai limiti dell’arsenico richiesta dall’Italia. Decisione europea che ha di fatto «sigillato» quel che esce dai rubinetti di 128 comuni italiani, la maggior parte dei quali (91) concentrati nel Lazio.
LATINA, C'E' CHI SPECULA SULLA PAURA - In mezzo all’emergenza non mancano i furbetti: veri e propri «piazzisti» di finti depuratori che speculano sulla paura della gente. Lo rende noto la società Acqualatina, gestore del servizio idrico nel Pontino, che parla di «venditori di depuratori e di “analisti” che propongono di verificare la purezza dell'acqua che esce dal rubinetto di casa qualificandosi», appunto, come rappresentati di Aqualatina. Che però precisa «di diffidare di queste persone», dato che «non è in corso alcuna azione volta al controllo analitico dei prelievi». In caso di chiamate o proposte sospette, ci sono due numeri verdi da chiamare: l’800 085 850 e il 199 50 11 53 attivo da cellulare.