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mercoledì 29 dicembre 2010

Strage nel Vibonese, 5 morti ucciso padre con i quattro figli



Un uomo si costituisce dai carabinieri: "Sono stato io". Una lite intorno a una proprietà terriera, hanno sparato almeno in due. C'è un testimone. I Fontana erano stati in carcere per coltivazione di canapa indiana ed estorsione


VIBO VALENTIA -
 Cinque persone sono state uccise in un agguato nel Vibonese. Sono Domenico Fontana 71 anni, e i suoi quattro figli - Pasquale 37 anni, Pietro 36, Emilio 32, Giovanni 19 - , alcuni con precedenti penali. La strage è avvenuta nella loro masseria: hanno sparato forse in due, e hanno usato diverse armi da fuoco. Non erano sul posto la madre e la sorella dei quattro uomini uccisi. Il fatto è avvenuto intorno alle ore 17 a Scaliti, una frazione di Filandari. Sul luogo i carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Vibo. La strage ricorda sinistramente quella di Ferragosto 2007 a Duisburg 1: sei calabresi di San Luca furono ammazzati da esponenti della cosca rivale, ormai tutti in carcere. Ma in questo caso, la criminalità organizzata non c'entra nulla, anche se la famiglia era conosciuta agli inquirenti e aveva avuto molte vicissitudini giudiziarie.

In serata, si è infatti costituito uno dei presunti autori della strage: Ercole Vangeli, 42 anni: "Sono stato io" ha detto. Vangeli è il proprietario di una masseria confinante con quella dei Fontana. All'origine della strage, una lite per la proprietà di terreni e pascoli. Si è assunto tutta la responsabilità, ma gli inquirenti sono convinti che non ha agito da solo, visto che i Fontana sono stati uccisi in luoghi diversi, e con due pistole, una calibro 9 e una 7,65.

Tre delle vittime - Domenico Fontana ed i figli Emilio e Pasquale - erano stati arrestati nel luglio del 1998 con l'accusa di avere gestito una coltivazione di canapa indiana composta da circa duemila piante. I Fontana hanno precedenti anche per estorsione.

Vangeli viene definito dai conoscenti come una persona "tranquilla e perbene".  Titolare di una ditta di serramenti situata sulla strada provinciale per Tropea, Vangeli ha una figlia che si è iscritta quest'anno all'università di Cosenza alla facoltà di Giurisprudenza ed un figlio più piccolo. Anche stamani -secondo i vicini -  l'uomo parlava dei problemi che le famiglie affrontano quando hanno i figli all'università e manifestava attaccamento sia alla famiglia che al lavoro.

E' stata la madre a ritrovare i corpi, forse dopo una telefonata. Ha cercato di rianimare uno dei quattro figli, Emilio, che però è morto durante il trasporto in ospedale.

C'è un testimone, un inserviente romeno, che non è stato visto dai killer, e che sta collaborando. Le armi usate sono state già ritrovate in un casolare vicino.

I precedenti. Il Vibonese, un tempo più impermeabile a certi fenomeni, è invece stato al centro negli ultimi tempi di numerosi fatti di delinquenza. E' la provincia calabrese dove ci sono state più vittime nell'anno.

E Filandari non è certo un posto tranquillo. Il 20 dicembre un ordigno è stato collocato davanti all' autosalone di Giuseppe Maccarrone, che si era rifiutato di pagare il pizzo. "Mollo tutto - aveva poi detto Maccarrone - non ha senso continuare a fare l'eroe".

Il giorno dopo, persone non identificate hanno danneggiato l'automobile dell'ex sindaco di Filandari, Domenico Talotta, cospargendola di acido muriatico. Il fatto era accaduto nella frazione Arzona del centro del vibonese dove Talotta, avvocato e attuale consigliere di minoranza, stava partecipando ad un funerale.