Filippino morto sul lavoro Scattano sequestri
e indagini
La vittima è stata colpita dalla pala di un escavatore che si stava muovendo all’interno del cantiere. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo
Bologna, 22 dicembre - La Procura di Bologna ha posto sotto sequestro la parte del cantiere edile di via Fossa cava, in zona Borgo Panigale a Bologna, dove ieri mattina un infortunio sul lavoro è costato la vita a un operaio straniero di 43 anni. La vittima, Pablito Balag, era un giardiniere filippino che lavorava per una ditta di giardinaggio di Castello d’Argile, nel bolognese.
Secondo le prime ricostruzioni della Polizia, è stato colpito dalla pala di un escavatore che si stava muovendo all’interno del cantiere. Anche il macchinario (si tratterebbe di una pala meccanica) è stato posto sotto sequestro dal pm Antonella Scandellari, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e iscritto nel registro degli indagati l’operaio che la stava guidando, un operaio italiano sui 50 anni.
Il 43enne, deceduto sul colpo dopo essere stato urtato dalla ruspa e schiacciato, lavorava per la ditta Ecoservice di Castello d’Argile, incaricata dalla Tacam (ditta che commercia pneumatici ed è proprietaria dell’area) di ripulire da detriti e rifiuti la zona dove è avvenuto l’infortunio.
All’indomani dell’ennesima morte bianca avvenuta in provincia di Bologna, prende la parola Vito Totire, medico del lavoro e portavoce del circolo ‘Chico Mendes’ per dire che “tra il 22 novembre e il 21 dicembre ci sono stati in provincia di Bologna quattro morti sul lavoro di cui due immigrati”, a cui va aggiunto l’infortunio con ustioni molto gravi a Crespellano del 23 novembre. Il 22 novembre morì a San Lazzaro Fabrizio Vighini, artigiano di 35 anni che stava lavorando sul tetto del circolo Arci. Dopo di lui, il 2 dicembre Mario Tarabusi perse la vita al termovalorizzatore del Frullo; nella notte successiva, un egiziano di 45 anni morì alla ditta di logistica Geodis di Calderara e poi, ieri, è stata la volta di Balag.
Per Totire la “situazione è di estrema gravità ed è connessa certamente non solo ai fattori di rischio fisico storicamente noti ma anche a quelli, che sono in crescita, di tipo organizzativo”. A chi in questi casi parla a volte di errore umano, Totire manda a dire che “non esiste”, casomai si può parlare di errore “organizzativo” dovuto alla “riduzione di tempi e costi di produzione anche a scapito della sicurezza e del diritto alla vita”. Totire ricorda inoltre cosa ha fatto il circolo “Chico Mendes” per evitare che “i singoli episodi luttuosi cadano nel dimenticatoio in attesa della conclusione delle indagini”. Per l’infortunio di San Lazzaro, scrive Totire, “abbiamo proposto al Comune di convocare un seminario di studio e confronto sulla sicurezza” da svolgere fra un anno.
Per il Frullo, poi, si è tenuto un “sit-in sindacale all’inceneritore per sollecitare costituzioni di parte civile”.
Infine, Totire ricorda che al circolo Chico Mendes c’è “un punto di ascolto per lavoratori, immigrati e non, che si trovino in condizioni di rischio per la loro salute e la loro sicurezza”. È aperto ogni giovedì pomeriggio, ricorda Totire, in via Polese 30 adlle 17.15 alle 18.15, anche per i familiari delle vittime, “per ogni tipo di supporto sociale e di consulenza tecnica eventualmente necessaria”. L’attività si svolge in volontariato ed è gratuita.
Infine, Totire ricorda che al circolo Chico Mendes c’è “un punto di ascolto per lavoratori, immigrati e non, che si trovino in condizioni di rischio per la loro salute e la loro sicurezza”. È aperto ogni giovedì pomeriggio, ricorda Totire, in via Polese 30 adlle 17.15 alle 18.15, anche per i familiari delle vittime, “per ogni tipo di supporto sociale e di consulenza tecnica eventualmente necessaria”. L’attività si svolge in volontariato ed è gratuita.