Oristano, accusato anche di stupro
Don Giovanni Usai, sacerdote di Assolo, nell'Oristanese, fondatore e responsabile della Comunità Il Samaritano per il recupero dei detenuti, è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Oristano con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale. Assieme al prelato di 67 anni, una vita spesa per gli emarginati e i detenuti, è stato arrestato un ospite della comunità.
Nella comunità guidata da don Usai era stata organizzata una vera e propria casa di appuntamenti. Il sacerdote sapeva tutto ma non avrebbe fatto niente per mettere fine allo scandalo. Questa, secondo le prime indiscrezioni, la sostanza dell'accusa di favoreggiamento della prostituzione per la quale i carabinieri di Oristano lo hanno arrestato.
Alcune nigeriane accusano don Giovanni
Sono arrivate anche le accuse di alcune donne che si prostituivano all'interno della comunità. Erano cinque, o forse sei, tutte nigeriane, di età compresa fra i 20 e i 30 anni, come hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano.
A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della sua comunità e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Non è chiaro però se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze.
Certo è, come hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della comunità era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve adesso rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, pure lei nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione.
L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della comunità che però è sfuggito all'arresto e ora è ricercato.
Il vescovo di Oristano: fiducia nella giustizia
Dispiaciuto e sorpreso per quanto accaduto, comunque vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della Giustizia. Questo il messaggio dell'arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, arrivato via Internet dalla Germania sulla vicenda Una nota pubblicata sul sito della diocesi spiega che monsignor Sanna, in ritiro nella comunità di Schoenstatt, ha appreso la notizia dell'arresto direttamente dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Palma. Monsignor Sanna, prosegue la nota, "anzitutto assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarietà e paternità al sacerdote don Giovanni e invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo". Il vescovo esprime anche "il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all'interno della comunità diocesana, sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunità. Il presule si dice inoltre sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo e, infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perché si possa accertare nel più breve tempo possibile la verità sull'intera vicenda". Monsignor Sanna rientrerà a Oristano il 30 dicembre e spera di avere la possibilità di incontrare don Giovanni già venerdì 31. Nel frattempo ha già convocato il Collegio dei Consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la comunità e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.
Alcune nigeriane accusano don Giovanni
Sono arrivate anche le accuse di alcune donne che si prostituivano all'interno della comunità. Erano cinque, o forse sei, tutte nigeriane, di età compresa fra i 20 e i 30 anni, come hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano.
A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della sua comunità e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Non è chiaro però se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze.
Certo è, come hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della comunità era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve adesso rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, pure lei nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione.
L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della comunità che però è sfuggito all'arresto e ora è ricercato.
Il vescovo di Oristano: fiducia nella giustizia
Dispiaciuto e sorpreso per quanto accaduto, comunque vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della Giustizia. Questo il messaggio dell'arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, arrivato via Internet dalla Germania sulla vicenda Una nota pubblicata sul sito della diocesi spiega che monsignor Sanna, in ritiro nella comunità di Schoenstatt, ha appreso la notizia dell'arresto direttamente dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Palma. Monsignor Sanna, prosegue la nota, "anzitutto assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarietà e paternità al sacerdote don Giovanni e invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo". Il vescovo esprime anche "il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all'interno della comunità diocesana, sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunità. Il presule si dice inoltre sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo e, infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perché si possa accertare nel più breve tempo possibile la verità sull'intera vicenda". Monsignor Sanna rientrerà a Oristano il 30 dicembre e spera di avere la possibilità di incontrare don Giovanni già venerdì 31. Nel frattempo ha già convocato il Collegio dei Consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la comunità e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.