Venduta la casa dell'orrore, Carretta intasca 200mila euro
Parma, nell’89 vi sterminò la famiglia: padre, madre e fratello. Ora lavora, fa l’operatore ecologico
Forlì, 23 dicembre 2010 - IERI, il solito lavoro. Passare col camion per le vie di Forlì e svuotare i cassonetti dell’immondizia. Ferdinando Carretta, 48 anni, ha spazzato via la sua anima di "mostro". Ora lavora, fa l’operatore ecologico. Metafora perfetta per chi si deve reinventare una vita-bis, dopo aver sterminato la sua famiglia. Mancava qualcosa. La sua casa. La casa del massacro.
Doveva disfarsi anche di quella. L’aveva messa in vendita la scorsa primavera. Ferdinando voleva 250mila euro. Nessuno la comprava. D’altronde: mica facile starsene in pantofole sullo stesso punto in cui padre, madre e fratello sono crollati sotto i colpi di un revolver, impugnato dall’allora 27enne Ferdinando. Era il 4 agosto dell’89. Ma adesso anche quel frangente fastidioso d’un passato cupo e criminale è stato buttato via. Finalmente, casa venduta. Per 200mila euro.
Un bel portafoglio, che servirà a Carretta a terminare il suo piano: la sua seconda vita. Quella perfetta. Da lavoratore impeccabile. La casa di via Rimini, a Parma (120 metri quadri, più cantina e garage, al primo piano di una palazzina di quattro appartamenti), la casa della strage, era finita nella dote di Ferdinando dopo una lunga disputa con le zie.
Dopo il lavoro, ieri, Carretta s’è chiuso oltre gli uffici della sede della cooperativa forlivese per cui lavora. Inutile provare a parlargli. "È nervoso", si lascia scappare un qualcuno lì nei paraggi. "Basta, non parlo con nessuno!", è la replica (furibonda) a un collega che ha appena raccolto la telefonata di un cronista, per un commento su questi 200mila euro freschi freschi.
Che ne farà Carretta di questa cascata di quattrini? "Si comprerà una casa, forse a Forlì", ipotizza uno che lo conosce un po’: sì perché ora Ferdinando vive in comunità; e non dà confidenza, a nessuno; e soprattutto, silenzio sul passato.
PASSATO che comincia il 4 agosto dell’89. Ferdinando uccide a colpi d’arma da fuoco il padre Giuseppe (contabile), la mamma Marta (casalinga) e il fratello Nicola (corpi mai trovati). Ferdinando diventa di nebbia. Cancellato. Si materializza nell’estate del ’98: a pizzicarlo, le telecamere di "Chi l’ha visto".
Ferdinando è a Londra. Fa il pony express. E davanti alla tivù confessa: "Ho ucciso padre, madre e fratello e poi ho nascosto i cadaveri in una discarica". Carretta viene estradato, subisce un processo e nel ’99 viene assolto per totale incapacità di intendere e volere. Viene rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Nel 2006 esce dalla struttura, viene trasferito a Forlì, dove — in libertà vigilata — comincia a lavorare come operatore ecologico. Nel 2008 torna libero. Ora che ha la dote, si rifarà una famiglia?
LA VICENDA
FERDINANDO Carretta ha 27 anni quando nell’agosto ’89 spara al padre, alla madre e al fratello nella casa di Parma e nasconde i corpi (mai più trovati) in una discarica. Poi scappa in Inghilterra dove 9 anni dopo viene fermato da un poliziotto e scoperto. Rinchiuso in manicomio criminale ottiene la semilibertà nel 2004 e nel 2006 entra in comunità.