GdF Cagliari - Narcotraffico internazionale e riciclaggio con il Superenalotto Made in Italy: dopo i sette arresti di febbraio, ora 22 indagati. Sequestrati 3 milioni di euro.
Cagliari, 22 Dic. 2010 - Nell'ambito di un'operazione volta alla lotta alla criminalità organizzata, la Guardia di Finanza di Cagliari, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, indaga su 22 persone per associazione a delinquere volta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio e reimpiego di capitali di illecita provenienza, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento.
Il GICO ha inoltre sequestrato otto case, di cui due ville anche con piscina, quattro terreni edificabili, cinque auto di grossa cilindrata e un motociclo, depositi bancari, titoli, contanti e quote societarie, per un valore stimato di 3 milioni di euro.
Le indagini, avviate nell’estate del 2009, avevano già portato lo scorso 15 febbraio, nell'ambito dell'operazione"Round up", all’arresto in flagranza e in contemporanea di sette persone, di cui uno straniero, e al sequestro di 10,5 chili di cocaina purissima proveniente dal Sudamerica trasportati, passando dalla Spagna, occultati nel doppiofondo ricavato all’interno del serbatoio di un fuoristrada, anch’esso sequestrato.
Oltre ai due corrieri incaricati del trasporto del droga, nella rete degli investigatori erano caduti anche il capo e i componenti dell’organizzazione criminale da tempo dedita al narcotraffico. Ma l’illecito business messo in piedi dal sodalizio criminale aveva dimensioni ben più vaste di quelle fino ad allora emerse e, grazie ad approfondimenti economico-patrimoniali delegati in via preventiva dall’Autorità Giudiziaria, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari hanno potuto avviare una successiva e ancor più approfondita operazione.
A destare dei dubbi la sproporzione tra le disponibilità finanziarie e di beni ricostruite in capo agli arrestati e i redditi leciti dichiarati al Fisco dagli stessi nonché le attività economiche esercitate, pressoché inesistenti.
L’organizzazione dei narcotrafficanti faceva infatti ricorso alla fittizia intestazione di beni a"prestanome" e all'uso di"fiancheggiatori" che avevano favorito la ripulitura del denaro sporco: sono state infatti rilevate ben due operazioni distinte di riciclaggio di denaro di illecita provenienza, svolte tra l’ottobre 2006 e il maggio 2007, mediante"l’acquisto", grazie ai favori e all’intermediazione del titolare e del gestore di una ricevitoria di Pirri, da parte di uno degli arrestati, di schedine vincenti del Superenalotto utilizzate per ripulire oltre 200 mila euro.
I due"fiancheggiatori" hanno dapprima ricevuto dai narcotrafficanti il denaro sporco in contanti, poi hanno consegnato loro le schedine vincenti del Superenalotto per consentire l’incasso dei relativi premi presso la Sisal, e infine hanno pagato le persone che avevano effettivamente eseguito le giocate vincenti.
La somma"ripulita" con il Superenalotto è stata poi reimpiegata in investimenti immobiliari, consistenti nell’acquisto di terreni edificabili e nella costruzione di case, anche con la complicità di persone insospettabili. Per di più erano stati portati a termine altri trasporti di droga, condotti con analoghe modalità.