Pacco bomba in metrò, il pm:
indagine per procurato allarme
La procura di Roma sul falso ordigno: c'era un timer sofisticato, ma la polvere era cemento
L'artificiere dei carabinieri con in mano il pacco bomba trovato in metrò (Proto) |
LE INDAGINI - Gli accertamenti sono coordinati dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, capo del pool antiterrorismo della Capitale. In un primo momento gli inquirenti sembravano intenzionati a procedere per porto e detenzione di materiale esplodente, ma quando è emerso che si trattava di un falso ordigno, molto ben confezionato e con un timer particolarmente sofisticato ed azionabile a distanza, si è deciso di aprire il fascicolo per procurato allarme. Indagini, attualmente contro ignoti, sono state disposte per risalire a chi ha collocato la finta bomba. Al setaccio degli investigatori anche i filmati a circuito chiuso della stazione ferroviaria.
Allarme a Rebibbia |
IL PACCO - Secondo quanto si è appreso il «pacco» era stato comunque preparato con cura. Lo stesso timer collegato ad alcuni fili elettrici era del tipo che scatta a distanza, in seguito ad esempio di un segnale dal telefono cellulare. Ma oltre alla polvere che non poteva deflagrare risultava assente anche il ’contatto’ che permette l’innesco. Chi indaga, allo stato, non si sbilancia. «Siamo ancora nella fase della raccolta delle informazioni», è stato spiegato a piazzale Clodio.
22 dicembre 2010