Studenti: in 10 mila contro il Ddl Gelmini
«Grazie Napolitano, ci tratta da adulti»
Corteo sulla A24. Traffico il tilt. Applausi alle finestre. L'appello: il presidente ha capito, ora tocca al governo
Il corteo degli studenti alla partenza dall'università La Sapienza (foto Ansa) |
ROMA - Sono tornati in piazza gli studenti italiani, a Roma e in tante città, in vista dell’approvazione definitiva al Senato del ddl Gelmini di riforma dell’università. Stavolta, però la protesta ha assunto toni diversi dal 14 dicembre. I cortei si sono tenuti senza incidenti e alle 17.30 una delegazione di universitari rappresentanti delle associazioni studentesche è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
«Finalmente abbiamo trovato un interlocutore serio che ci ha ascoltato», ha commentato al termine dell'incontro protrattosi fino alle 19 un rappresentante della delegazione. «Queste manifestazioni di un'intera generazione devono far riflettere il nostro attuale governo - ha aggiunto lo studente - che deve senza se e senza ma, affrontare la questione. Ringraziamo il presidente Napolitano perchè siamo stati finalmente trattati da adulti». Dal canto suo il Capo dello Stato si sarebbe congratulato per la manifestazione che si è svolta in maniera pacifica.
«Finalmente abbiamo trovato un interlocutore serio che ci ha ascoltato», ha commentato al termine dell'incontro protrattosi fino alle 19 un rappresentante della delegazione. «Queste manifestazioni di un'intera generazione devono far riflettere il nostro attuale governo - ha aggiunto lo studente - che deve senza se e senza ma, affrontare la questione. Ringraziamo il presidente Napolitano perchè siamo stati finalmente trattati da adulti». Dal canto suo il Capo dello Stato si sarebbe congratulato per la manifestazione che si è svolta in maniera pacifica.
MANIFESTAZIONE DI CIVILTA' - Loavevano annunciato gli studenti: niente scontri né tentativi di entrare in zona rossa, anche perchè nessuno dubita che il ddl verrà approvato,nonostante i ritardi per il caos di ieri sul voto degli emendamenti. La manifestazione che mercoledì 22 ha portato in piazza nella Capitale circa 10 mila studenti, non ha puntato verso il «triangolo del potere» Camera-Senato-palazzo Chigi, bensì verso la zona est della città: viale dell'Università, viale Regina Elena, scalo San Lorenzo, Pigneto, Porta Maggiore, Casilino, via Prenestina. Intorno alle 16.15 il corteo principale si è concluso con il rientro dei manifestanti alla Sapienza. Ma intorno alle 17 altri piccoli cortei sono ripartiti dall'università: uno si è diretto alla sede della Cgil; in via Morgagni sono quindi sopraggiunti alcuni reparti della Celere per fermarli; quindi il corteo è stato deviato alla sede della Cisl in via Po.
Gli studenti bloccano la tangenziale Est (Ansa) |
Intorno alle 16.15, giunti di nuovo a piazzale Aldo Moro, davanti alla Sapienza, gli studenti hanno di fatto sciolto il corteo principale. Alcuni di loro si sono recati a Scienze politiche per un omaggio all'operaio morto nei lavori di ristrutturazione; sulla palizzata del cantiere hanno scritto: «Oggi è morto un operaio. La colpa è dei padroni». Nel pomeriggio, alle 17, una loro delegazione è stata ricevuta dal Capo dello Stato: presenti 11 studenti, rappresentanti di tutte le associazioni universitarie, dai collettivi all'Udu.
Gli studenti in corteo sulla A24 |
«NON VI BLINDATE NEI PALAZZI» - Al termine dell'incontro, gli studenti hanno spiegato: «Abbiamo posto al Presidente le nostre questioni. In questi mesi non abbiamo mai ricevuto risposte dal Governo. Invece il presidente, durante l'incontro, ha rimarcato l'importanza dell'ascolto e siamo sicuri che avrà modo di riflettere e valutare. Per noi è importante che ci abbia ricevuto la più alta carica dello Stato». Sicuramente, secondo gli studenti, «si tratta di un buon risultato» e «la grande manifestazione di mercoledì è il segnale che il movimento studentesco è intelligente e sa interloquire con le istituzioni». E Luca Cafagna, uno dei delegati, ha lanciato un appello: «Adesso il governo apra un confronto con noi, perchè non è possibile chiudersi dentro le zone rosse e blindarsi nei palazzi».
Lo striscione in testa al corteo (Ansa) |
Tra le scritte in corteo: «Basta veline in Parlamento», «Abolizione legge 30 sulla precarietà», «Fuori i corrotti dal Parlamento». Il corteo si è poi diretto alla Tangenziale est. Su Via Prenestina, dalle finestre della sede del ministero delle Finanze, sono arrivati applausi ai manifestanti. Applausi anche dai palazzoni a ridosso della tangenziale. I manifestanti urlavano al megafono: «Ci scusiamo per il disagio». Il traffico nella zona è andato in tilt per almeno tre ore.
TANGENZIALE BLOCCATA - Pesanti i disagi quando il corteo è arrivato, intorno alle 13.15, all’imbocco della Tangenziale Est su via Prenestina e gli studenti lo hanno bloccato dirigendosi in direzione del centro. La tangenziale è stata chiusa in quel tratto fin quasi alle 15. Ma quando è stata resa nota la notizia della morte di un operaio tunisino deceduto nei lavori di ristrutturazione della facoltà di Scienze Politiche, gli studenti hanno deciso di tornare alla Sapienza.
«Avevamo progettato altre iniziative di protesta contro il ddl Gelmini, ma a causa della morte dell'operaio all'interno della stessa città universitaria abbiamo deciso di tornare alla Sapienza», hanno spiegato alcuni loro rappresentanti. Prima del dietrofront, però, l'ultimo blitz: sul raccordo della A24, l'autostrada Roma-L'Aquila. Sulla bretella, gli studenti diretti all'Università sonorimasti fino alle 14.50 Poi hanno liberato le carreggiate per uscire a Casalbertone e tornare verso gli atenei.
Slogan, colori e regali al corteo degli studenti |
Gli studenti in corteo porgono fiori alle forze dell'ordine (foto Jpeg) |
Imponente lo schieramento di forze dell'Ordine: camionette della Polizia presidiavano fin dall'alba i varchi d'accesso alla piazza, ma a prevalere è stata la goliardia. In tanti si sono presentati Costituzione alla mano, altri con stralci degli articoli della Carta Costituzionale copiati su grandi cartelli. Moltissimi anche giornalisti e operatori.
Un'immagine del corteo degli studenti medi (AgfRoma) |
Molti liceali marciavano impugnando palloncini colorati e intonando cori di sfottò al premier: «Se c'hai i capelli è grazie alla ricerca». Il loro corteo, comunque, si è concluso senza incidenti né provocazioni intorno alle 14.30.
La zona sotto controllo |
FONTANONE COLORATO - Tra i blitz da segnalare anche un'azione da neo futuristi: alcuni giovani hanno gettato colorante rosso nelle acque del Fontanone dell'Acqua Paola sul Gianicolo. Sul posto vigili urbani e polizia. Il Fontanone sarebbe stato subito svuotato. L'allarme era stato lanciato da alcuni passanti. Il gesto è stato rivendicato da «Lotta studentesca», che ha compiuto gesti simili in altre città: «A Roma, abbiamo colorato la fontana del Gianicolo, luogo simbolo della città, dove in epoche passate si è fatta la storia d’Italia. Un atto d’accusa soprattutto contro i grandi baroni universitari, come il Rettore de La Sapienza Frati ed il Rettore di Tor Vergata Lauro che, per non saper né leggere e né scrivere, hanno pensato bene, il primo, di promuovere Ordinario il figlio Giacomo, ed il secondo di promuovere Associato la nuora Paola Rogliani, prima dell’entrata in vigore delle sedicente riforma. Una vergogna!».
POLEMICHE SU STUDENTI DEL PDL - Polemiche e sarcasmo per il presunto «blitz» degli studenti appartenenti ai «Giovani del Pdl» che avrebbero violato la zona rossa di massima sicurezza per portare nel centro della Capitale un flash-mob a favore della riforma Gelmini. «Ma come? - chiedevano i manifestanti sulla Tangenziale avvisati dal tam tam dei giornalisti che li seguivano - Noi non possiamo avvicinarci e loro li lasciano entrare in zona rossa? E' ridicolo».
Il flash mob dei pidiellini di «Officina Futura» avrebbe portato un gruppo di universitari e ricercatori dell'associazione tra Campo dei Fiori e piazza Navona, spingendosi fino all'angolo con il Senato, per dire «sì alla riforma Gelmini» e «no all'università dei Baroni». Tra gli striscioni e i cartelli anche «No ai tagli alla ricerca», «sì al dialogo con gli studenti», «sì alla libertà di manifestare».
Il flash mob dei pidiellini di «Officina Futura» avrebbe portato un gruppo di universitari e ricercatori dell'associazione tra Campo dei Fiori e piazza Navona, spingendosi fino all'angolo con il Senato, per dire «sì alla riforma Gelmini» e «no all'università dei Baroni». Tra gli striscioni e i cartelli anche «No ai tagli alla ricerca», «sì al dialogo con gli studenti», «sì alla libertà di manifestare».
22 dicembre 201
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